martedì 28 settembre 2010


IL VELO DELLA NOTTE

Di Lydia Joyce
I ROMANZI MONDADORI n871 del 3/08/2009


TRAMA:
Alcuni desideri sorgono solo nel buio
Lady Victoria Wakefield è decisa a preservare il buon nome e la reputazione della famiglia. Battaglia persa contro lo scapestrato fratello Jack, il quale ha contratto debiti enormi con lord Byron Stratford, misterioso duca di Raeburn. Un’unica possibilità per Victoria: andare di persona da lord Byron e convincerlo a concedere una proroga dei pagamenti. Ma da un’accoglienza fredda scaturisce una controproposta tanto oltraggiosa quanto irresistibile: che Victoria passi un’intera settimana insieme a lui.
Note:
IL VELO DELLA NOTTE ( The Veil of Night ) è il romanzo d’esordio di Lydia Joyce, ed è il primo libro di quest’autrice ad essere pubblicato da Mondadori.
La serie di cui fa parte - detta serie “Night” dalla parola che accomuna i titoli dei romanzi - proseguirà con “The Music of the Night, “Whispers of the Night”, “Voices of the Night” e “Shadows of the Night”, di prossima pubblicazione nella collana I Romanzi.

Ambientazione:
Inghilterra, 1864 ( epoca vittoriana )
Recensioni e giudizi:
“IL VELO DELLA NOTTE è un romanzo gotico a sfondo storico, ricco di sensualità ed erotismo, con un eroe cupo e misterioso ed una forte eroina capace di tenergli testa. Chiunque abbia nostalgia dei romanzi gotici del passato non dovrebbe perderlo!”
- Karen Harbaugh



MIO VOTO: 5 STELLE


MIA RECENSIONE:
Ottimo libro.
Il primo di quest’autrice che leggo.
L’espediente iniziale,  cioè una bizzarra proposta al limite della “PROPOSTA INDECENTE” , è un buon imput per un libro caldo, sensuale, ma non volgare ,né tanto meno, volgare.
La collana , a mio parere , però , è completamente sbagliata: bisognava inserirlo nei Passione!!

L’introspezione è notevole, molto più di cosa ci si aspetti inizialmente: i personaggi sono molto complessi e molto ben tratteggiati

Lei, Victoria, una donna di ben 32 anni, ormai calata completamente nello ruolo di Vecchia zitella, acida, intelligente, pungente, rigida e attentissima alle regole del Bon-Ton inglese.
Lui, duca , con fama di libertino scapestrato che si è guadagnato sul campo volutamente, perché la gente si soffermasse su questo e non sulla sua malattia rara, ma che lo ha ferito molto dentro, ancor più che fuori.

L’autrice è stata bravissima a destreggiarsi in quest’atmosfera cupa, gotica, ambientando la vicenda in un castello cadente, tanto che quasi sembra di sentire l’odore di muffa.
Inoltre ha scandito la storia  lentamente (in certi passaggi anche troppo) giocando con praticamente due personaggi e poche comparse, arricchendo al vicenda di vivaci dialoghi e profonde riflessioni,  mai noiose

E’ significativo come la Protagonista passi alla formalità pensando al suo ospite, dapprima come strumento per mantenere la rispettabilità(infatti è lì per negoziare sui debiti del fratello), poi come enigma da sciogliere, ancora come affascinante “valvola di sfogo” per la sua passionalità repressa e , quasi senza accorgersene, pensa a lui come il SUO duca, gli rivela parti di lei nascoste a tutti (forse anche a lei stessa), infine lo chiama per nome… piccoli particolari che rivelano quanto questa storia sia stata curata.

Di lui non voglio rivelare nulla, ma le sue ferite sono tangibili, il suo dolore è un grido nel buio, e l’eroina saprà amarlo e confortarlo senza mai compatirlo.


Il tutto si sviluppa in una settimana, che sembra un mese: i protagonisti arrivano a conoscersi molto più di certe coppie sposate da anni, non riuscendo più a fare a mano l’uno dell’altra, tanto è il livello di empatia raggiunto.

E il finale, piovoso e fangoso è un autentico “raggio di sole” che rischiara queste due vite rendendole luminose e gioise.

Romantico, sensuale passionale… insomma impedibile

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